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Tossicita' della cipolla
Autore: Monica Viglione
Data: 20-11-2016
Le cipolle appartengono alla famiglia delle Liliaceae, genere Allium.
Esse possono causare, se ingerite in grandi quantità, delle intossicazioni potenzialmente serie e minacciose per la vita degli animali domestici.
Cani e gatti possono ingerire bucce o pezzi di cipolla cruda, rovistando nella spazzatura o rubandoli dalla tavola o dal pavimento, o possono assumere resti di cibi contenenti cipolla che i proprietari, ignari degli effetti tossici, forniscono loro volontariamente.
I gatti sono estremamente suscettibili a tale intossicazione, a causa delle particolare struttura dell’emoglobina e della carenza di alcuni enzimi detossificanti. Le caratteristiche ereditarie di alcuni cani, soprattutto delle razze giapponesi, può implementare significativamente la gravità dell’avvelenamento.
MECCANISMO D'AZIONE
La tossicità delle cipolle è dovuta alla presenza al loro interno di alte concentrazione di composti solforati, che risultano tanto più elevate quanto maggiore è la presenza di solfuri nei terreni in cui vengono coltivate. Tali composti solforati, una volta che le cipolle, siano esse crude, cotte o disidratate, vengono masticate, vengono idrolizzati in tiosolfati, i quali, a loro volta, si scindono a formare disolfuri; questi disolfuri sono potenti agenti ossidanti, in grado di causare emolisi degli eritrociti.
DOSI TOSSICHE
La tossicità della cipolla nei cani si manifesta quando la quantità di cipolla nel cibo supera lo 0,5% del peso totale dell’animale.
SINTOMI
Gli effetti tossici provocati dall’ingestione della cipolla dipendono dalla sensibilità della specie e dalla quantità ingerita.
I sintomi più frequenti sia nel cane che nel gatto sono rappresentati da pallore delle mucose, che possono anche essere itteriche, debolezza, depressione, aumento della frequenza cardiaca e respiratoria (causata dall’ipossia), vomito e/o diarrea, anoressia, odore di cipolla dell’aria espirata.
TRATTAMENTO
Una grave intossicazione da cipolla può anche essere letale. Come per molte altre intossicazioni, il primo passo è quello di rimuovere la fonte dell’avvelenamento. Nei casi in cui è stata ingerita una grande quantità di cipolla nelle 2 ore precedenti e qualora non ci siano controindicazioni per l’emesi (quali ipossia, coma, mancanza di normale riflesso faringeo), il vomito potrebbe essere indotto mediante somministrazione per via orale di perossido di idrogeno al 3%, seguita dalla somministrazione di carbone attivo.
Sulla base di quanto precedentemente riportato, è opportuno monitorare nel tempo il valore ematocrito per stabilire la necessità di ricorrere o meno ad emotrasfusione.
A prescindere da tale evento, comunque, è importante effettuare sempre fluidoterapia, al fine di correggere gli squilibri idrolettrolitici ed acido-base eventualmente presenti.
Il trattamento dovrebbe inoltre includere variazioni delle dieta, in quanto le proteine presenti nella razione e la quantità e la composizione degli amminoacidi hanno una significativa influenza sulla sintesi del glutatione.Solitamente il recupero si ottiene in 10-14 gg.